Spesso, sempre più spesso (aggiungerei per fortuna), mi sento rivolgere la stessa domanda: come dovrebbe essere costruito un sito per far si che questo si posizioni nei motori di ricerca?
Sinceramente, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, rispondere con completezza a questa domanda è diventato davvero un‘impresa proibitiva, sia perché è difficile spiegare a uno sviluppatore, che il suo neonato super funzionale sito web, che, grazie alle “nuove” tecnologie (ajax, flash/xml, ecc) è capace di farti anche il caffè, verrà, molto probabilmente, considerato dai motori di ricerca come “inferiore” a un sito costruito 15 anni fa con frontpage, sia perché ci siamo davvero impegnati a costruire un vocabolario tecnico che fa concorrenza a quello degli ingegneri: link popularity, anchor text, add url, spider, Keyword stuffing, espansione della keyword, ban, doorway pages, e chi più ne ha più ne metta.
Per evitare quindi di iniziare questa impresa apocalittica, e per condividere, comunque, delle informazioni utili con il mio interlocutore, preferisco rispondere capovolgendo la domanda, trasformandola cioè in: come non deve essere fatto un sito.
Nel dettaglio, molto sommariamente, un sito non deve:
- Essere costruito mediante frame
- Presentare delle url kilometriche, oppure url caratterizzate dalla presenza di nomi talmente fantasiosi, la cui interpretazione risulta ostica persino al proprio inventore (questo sia ai fini di chi si trova a dover interpretare delle statistiche che per i motori di ricerca)
- Linkare unicamente le pagine mediante menù in flash o javascript. Dico unicamente, perché se proprio vogliamo avere un menù dagli effetti stratosferici, possiamo comunque contemplare l’idea di avere un menù testuale in html nel footer della pagina.
- Veicolare le informazioni principali unicamente mediate l’utilizzo di immagini o di flash. In pratica dobbiamo sempre ricordarci che i motori di ricerca accedono solo alle informazioni testuali delle pagine.
- Essere sviluppato su una sola pagina: questo direi è un punto fondamentale, molte volte ho visto interi portali sviluppati su una sola pagina (siti che funzionano unicamente mediante informazioni salvate in variabili di sessione e cookie, oppure siti sviluppati come unico filmato flash). Presentare tutti i contenuti sotto la stessa url, non solo rende il sito inaccessibile ai motori di ricerca, ma toglie anche la possibilità, a chi si occupa di promuoverlo, di definire delle pagine di atterraggio diverse, a seconda dei prodotti/servizi che si vogliono pubblicizzare, rendendo, di fatto, il sito inappropriato a qualsiasi azione di web marketing.
- Prevedere che la navigazione inizi per forza dalla home page. L’errore più comune, almeno dei “vecchi progettisti web”, è pensare che l’interazione con il sito inizi sempre partendo dalla home page. L’utente può raggiungere il sito in molteplici modi (blog, motori di ricerca, social network, banner, ecc) e atterrare sulle pagine più impensabili. Quindi tutte le pagine del sito devono:
- Permettere di raggiungere velocemente le sezioni principali del sito.
- Contenere almeno una minima informazione sull’azienda/ ente titolare del sito.
- Essere “geloso” dei propri contenuti: molti siti, infatti, sono costruiti in moto tale che molte informazioni siano raggiungibili solo mediante l’utilizzo di motori di ricerca in terni al sito.
Vi assicuro che se i siti fossero già costruiti rispettando questi punti, il lavoro del seo sarebbe molto ma molto più semplice.