Ultimamente ho potuto osservare un fenomeno in forte espansione: molte persone che lavorano in web agency o similari, occupandosi di programmazione e/o design, per ragioni di mercato, sono chiamate anche a curare l’ottimizzazione e il posizionamento dei siti web.
Al fianco di chi ha intrapreso questa nuova attività in modo professionale, cioè cercando di informarsi seriamente sulle possibilità e sulle tecniche da utilizzare, vi sono altre persone che, in modo più approssimativo, vanno alla ricerca di fantomatiche scorciatoie e tecniche con la speranza di ottenere miracolosi risultati.
Questo secondo approccio, spesso, genera delle metodologie di lavoro che nulla hanno a che vedere con la logica e la razionalità ma attingono alla sfera emozionale e fantasiosa della mente umana, dando vita a quello che io chiamo “SEO IMPROVISATION”.
In giro per il web, mi sono preso la briga di raccogliere alcune delle tecniche che più di altre mi hanno colpito, divertendomi non poco.
Merita il primo posto di questa classifica, senza nessun dubbio, la tecnica del “SEO EDUCATO”, cioè l’inclusione nelle pagine web di questo meraviglioso tag meta:
<meta name=”GooglePray” content=”Google, please rate me high by keyword …”>
Fossi in Google premierei almeno la cortesia! Però al posto di Msn e Yahoo mi sentirei mortalmente offeso
Segue a ruota chi, pur di aumentare la keyword density, si è inventato un nuovo title:
<meta name=”titles” content=”(stesso contenuto del title)”>
Menziono subito dopo, a pari merito, la tecnica di linkare pagine di Google che riportano delle serp dove si è presenti col proprio sito, con lo scopo di far rilevare al MDR dei backlinks nientemeno che da Google stesso.
<a href=http://www.google.it/search?q=…….>Siamo presenti in Google</a>
Tra gli spam engine segnalo invece la quarta implementazione che mi ha colpito di più: includere in <div> nascosti intere serp di Google riportanti risultati per la key che si intende posizionare.
Sempre allo scopo di migliorare “i contenuti” delle pagine, vi è chi nell’attributo ALT delle immagini include un testo che per lunghezza potrebbe competere con la Divina Commedia
Vi è poi chi pensa che i MDR siano per loro natura distratta e quindi tendono a ripetere più volte lo stesso concetto:
<title>Key da posizionare(ripetuta all’infinito)</title>
<meta name=”description” content=”(stesso contenuto del title)”>
<meta name=”keywords” content=”(stesso contenuto del title”>
per poi ripetere, se non fosse ancora chiaro:
<title>Key da posizionare(ripetuta all’infinito)</title>.
Se fossi uno spider di un MDR mi offenderei a morte, sentendomi ripetere sempre le stesse cose
Non menziono altre tecniche come il testo del colore dello sfondo, bloccare lo scroll della pagine, posizionare dei div con coordinate negative ecc, perché almeno quelle, ahime, in passato hanno generato, se usate bene, notevoli vantaggi.
Vorrei parlare male di questo approccio teso ad individuare facili scorciatoie, ma in fondo la speranza di trovare la “soluzione miracolosa” ha da sempre contraddistinto il genere umano, generando, il più delle volte, episodi che almeno hanno il pregio di farci divertire