Chi mi conosce sa che a volte mi piace lanciare delle provocazioni: ripensando agli argomenti discussi nel forum sui risultati organici tenuto al SES, riflettevo sull’importanza della posizione dei link e sulla, “presunta”, influenza che quest’ultima può avere sul “peso” di questi ultimi.
Fabio Lopiano(l’ingegnere di Google) ci ha assicurato, contrariamente a ciò che molti SEO sostengono, che la posizione dei link nella pagina, e le volte che quest’ultimo viene cliccato dagli utenti, non ha nessuna importanza per gli algoritmi del famoso MDR.
Come sostegno a questa teoria Fabio ha affermato che anche volendo, Google non potrebbe monitorare e, di conseguenza, sapere quali link in un sito sono più seguiti di altri.
A quella affermazione ho ribattuto che Google è in possesso di un potente strumento per monitorare la navigazione degli utenti:”la toolbar”.
E’ anche vero, però, che la toolbar è utilizzata da una percentuale piccolissima di utenti web, e per di più i pochi che ne fanno uso sono, generalmente, “addetti ai lavori”.
Oggi leggendo un interessante articolo su searchenginejournal, ho ripensato ai modi che Google potrebbe utilizzare per studiare e registrare la navigazione degli utenti, in particolare mi sono chiesto: ma perché Google ha acquistato una famosa piattaforma di statistiche come Urchin, per poi renderla free?
Perché subito dopo ha chiuso le iscrizioni, apparentemente per eccessive domande ricevute, ed ora attiva nuovi account solo dietro inviti spediti, a determinati siti, dallo stesso MDR?
Di certo è sicuro che utilizzare Google analytics su siti che utilizzano campagne di adwords da a Google l’accesso all’unica informazione che ancora non aveva: la percentuale di conversione per keyword.
Ma siamo sicuri che le informazioni raccolte mediante analytics non vengano utilizzate anche per definire nuovi criteri e affinare gli algoritmi che regolano i risultati naturali?
Ai posteri l’ardua sentenza!
Tag: Link, Google Analytics
Gli inserzionisti americani hanno già ricevuto la comunicazione ufficiale che informa di grandi interventi migliorativi pronti all’avvio in casa Yahoo!
L’annuncio agli advertiser inizia con un caloroso “Ci avete comunicato le vostre esigenze e vi abbiamo ascoltato…. Ci siamo incontrati con inserzionisti grandi e piccoli per confrontarci in prima persona su ciò che piace e non piace del nostro sistema di Sponsored Search ” .
Un’introduzione di ottimo auspicio per tutti gli inserzionisti a cui segue una descrizione di alcuni punti fondamentali sui quali verteranno i miglioramenti in corso.
Ecco i più rilevanti:
· Un pannello di controllo per la gestione delle campagne più facile da utilizzare
· La possibilità di attivare i propri annunci più velocemente
· L’opzione di testare più annunci contemporaneamente per verificare le migliori performance
· Geolocalizzazione
· La possibilità di effettuare previsioni di budget e traffico
· La facoltà di effettuare un’analisi dello scenario competitivo con indicazioni sul bid da raggiungere per occupare determinate posizioni
· Maggior comunicazione e scambio con gli inserzionisti, con invio di email ricchi di suggerimenti strategici, articoli informativi, un blog per gli advertiser creato per condividere idee e commenti.
La comunicazione termina con un incoraggiante ” E questo è solo il primo passo…”
Non ci rimane che attendere l’annuncio ufficiale anche in Italia e soprattutto speriamo di vedere al più presto esauditi i desideri degli inserzionisti di tutto il mondo. Inaugurazione prevista entro la fine dell’anno.
Questa sera mi è capitato di tornare a casa con una delle ultime corse della metropolitana.
Con la stazione semi deserta, la mia attenzione è stata, naturalmente, attratta dalle trasmissioni e dagli spot del maxischermo presente sui binari metropolitani.
Durante l’attesa, ho potuto, così, ammirare il “fantastico” spot realizzato dal progetto “Milano sicura”(o qualcosa del genere), avente lo scopo di allertare gli anziani contro eventuali truffatori travestiti da impiegati del gas, funzionari del comune ecc.
Niente da ridire sulle nobili intenzioni della pubblicità sociale, ma dico io: per comunicare con gli anziani non si poteva scegliere niente di meglio di un cartoon?
Lo spot, infatti, non è interpretato da persone, ma da una serie di, improbabili, personaggi fumetto e dalla voce di sottofondo di un altrettanto strano personaggio delle forze dell’ordine.
Sarò vecchio, ma anche io ho fatto una certa fatica a prendere sul serio un pupazzo che riesce a rubare un armadio facendolo entrare in un borsone!
Per un attimo mi sono immaginato anziano, in metropolitana, a guardare un cartone animato che cerca di insegnarmi come comportarmi con gli sconosciuti, la scena mi è sembrata davvero paradossale!
Mi sembra di sentire il mio vecchio docente di Comunicazione pubblicitaria: affichè una attività di comunicazione sia efficacia è necessario che gli interlocutori condividano lo stesso canale comunicazionale e utilizzino lo stesso codice di decodifica dei messaggi.
Nel caso appena citato, a mio parere, qualcosa di più poteva essere fatto!
Chiudo con un piccolo consiglio: nel progettare un sito web, una landing page, una creatività per adwords ecc, teniamo sempre in mente il buon vecchio schema della comunicazione:
In uno degli interventi del SES che ho apprezzato di più, Jim Lanzone ha introdotto le novità e le tecnologie adottate da Ask.com, che, a quanto sembra, ha definitivamente mandato in pensione il buon vecchio Jeeves .
La presentazione mi ha colpito in modo molto positivo, in special modo, oltre agli ottimi risultati restituiti per le ricerche, mi è particolarmente piaciuta la funzione preview proposta dal motore di ricerca.
(peccato che per la ricerca “Italia” come terzo risultato Ask presenti Google.it! almeno siamo sicuri dell’integrità dei risultati )
Dopo la sessione, mi sono a più riprese chiesto quali potrebbero essere le influenze che questa nuova utility può avere sul comportamento degli utenti e sul modo di progettare le, ormai famose, welcome page.
Di certo questo nuovo servizio, se prendesse piede, sposterebbe di molto l’attenzione sull’aspetto grafico delle pagine, creando non pochi problemi ai siti che presentano delle pagine “povere” o dei testi molto lunghi(i quali, com’è noto, tendono a scoraggiare la lettura).
Più in particolare ho individuato i seguenti, possibili, elementi:
- Maggiore attenzione alla grafica
- Maggiore attenzione alla lunghezza e alla posizione del copy
- Ulteriore penalizzazione dei siti in flash (per i quali non sarebbe possibile avere una preview della pagina)
- Magari, forse, fine degli spam engine, almeno di quelli brutti!
Insomma se così sarà, il SEO dovrà sempre di più sposare competenze grafiche e studiare in modo più approfondito come catturare l’attenzione dell’utente, magari si penserà ancora al tag <b>, ma questa volta in funzione dell’utente e non dei motori di ricerca!!
Dopo aver letto molti commenti favorevoli sul SES di Milano con i quali ci sentiamo di concordare, vorremmo riportare alcune nostre impressioni sottolineando maggiormente l’aspetto personale rispetto a quello professionale.
Crediamo che il SES sia stato caratterizzato non solo dalle sessioni proposte, ovviamente percepite in modo diverso da un pubblico molto eterogeneo, ma soprattutto dall’entusiasmo e dalla passione della maggior parte delle persone che hanno dato vita all’evento inclusi il pubblico, gli organizzatori e i relatori.
Ci piace pensare che il settore SEO/SEM sia uno dei pochi approdi professionali a cui tutti noi siamo giunti per interesse, curiosità verso un universo in continua evoluzione e forse casualità trasformata in desiderio di approfondire meccanismi non banali. E tutto ciò ha creato un ambiente caratterizzato da intraprendenza, apprendimento, voglia di condivisione e scambio, sicuramente non comuni ad altri ambiti.
Per spiegarci meglio: se il SES fosse stato un convegno nel settore bancario forse i commenti prevalenti non sarebbero stati “Mi sono divertito”, “Ho incontrato un sacco di gente simpatica ed interessante”, “Sono contento di aver conosciuto di persona Nick strampalato”.
Forse in altri settori non avremmo sperimentato l’inarrestabile tenacia di Mauro Lupi che ha creduto in un’impresa impossibile e ha reso l’evento un successo anche in Italia, l’entusiasmo raggiante di Simone che ha coinvolto il pubblico parlando di RSS, gli spunti interessanti di Giorgio Taverniti il cui entusiasmo per il settore è tale da non volerlo troppo sottomettere alle logiche aziendali.
Ribadiamo quindi che la passione fa sempre la differenza, salutando tutti gli entusiasti tra cui Miriam, Andrea, Assia, Alessandro, Fabio Dell’Orto, Marco Fontebasso, Marco Loguercio e il suo team(tanti auguri a Gaia che Oggi si sposa!), Federico Calore ecc. che abbiamo avuto il piacere di conoscere o rivedere al SES.
Ci scusiamo con coloro che non abbiamo citato, ma gli incontri, per fortuna, sono stati davvero tanti
Paola e Salvatore
Tag: sesit2006
(usi e abusi)
Dopo gli ultimi aggiornamenti di Bigdaddy e gli eclatanti casi di penalizzazione che ci sono stati(vedi BMW) finalmente sembra che per le doorway, in molti settori, sia arrivato il momento della pensione.
La tecnica sostitutiva che sta riscuotendo maggior successo, per il momento, è rappresentata dalle welcome pages: pagine visibili, con contenuto creato ad hoc incentrato sulla keyword che si ha intenzione di posizionare.
Nei mercati più competitivi, le welcome pages hanno già, in molti casi, preso il posto delle loro “illegali” antenate, infatti cliccando sui risultati organici dei MDR, non è raro che si atterri su una di queste pagine.
Analizzando le nuove “creazioni”, ho potuto però osservare un fenomeno per niente piacevole: in molti casi le welcome pages sono state costruite prettamente con una logica legata agli spider dei motori di ricerca e non agli utenti/navigatori, producendo, così, pagine che presentano solo poche righe di testo e riproducono in modo approssimativo il look & feel del sito.
Mi chiedo se questo passaggio, dalle doorway alle welcome, sia stato davvero un’evoluzione o rappresenti piuttosto un’involuzione.
Mi spiego meglio: per l’utente finale è peggio avere una doorway che redireziona in automatico ad una landing page che contiene in modo chiaro la call to action, oppure una welcome pages essenziale che presenta solo poche righe di contenuto?
La risposta, mi direte voi, è chiara: è meglio avere delle welcome pages costruite bene che trasformino l’utente in cliente.
Per fare questo, però, le sole conoscenze delle logiche legate ai motori di ricerca non bastano più, ad esse vanno affiancate competenze grafiche e di usabilità indispensabili per produrre delle buone landing pages.
Ricordatevi che il fine ultimo del SEM/SEO non è quello di produrre traffico, ma di generare clienti, pertanto la logica principale che deve sottostare alla creazione di documenti web non può non essere legata agli utenti finali.
Tag: welcome pages, doorway pages
Come tutti i blogger che si rispettano, non potevo esimermi dal pubblicare la lista dei blog che leggo e trovo interessanti:-) ! Inizierò con la lista dei blog italiani, per poi aggiungere, in seguito, le segnalazioni internazionali.
Per l’area Sem/SEO parto dai tre blog “istituzionali” del settore, appartenenti rispettivamente ai fondatori di Admaiora, Sems e WMR – Studio Cappello:
Chiunque lavori nel nostro campo non può fare a meno di leggere le notizie e le opinioni riportate dai sopra citati autori.
Per l’area più specificatamente legata al Sem segnalo con piacere i blog di Federico calore Online Marketing e di Emiliano Carlucci.
Nell’area Seo, ma con un occhio di riguardo al mondo dei blog e dei formati rss segnalo il blog dell’ormai noto guru italiano del mondo rss Simone Carletti.
Per conoscere in tempo reale le ultime notizie dei motori non si può fare a meno di leggere Motoricerca e IMlog, mentre per delle considerazioni originali e interessanti sul mondo sem consiglio il Colore Rosso di Miriam Bertoli.
Per delle letture divertenti ma profonde, legate al mondo del marketing, segnalo Minimarketing, blog dagli argomenti davvero originali.
Chiudo il blogroll con due blog che sto seguendo di recente, ma che promettono davvero bene:Wmtools e Studiocelso.
Spero, invece, che ripartano Motoricerca.info e edentitycoach .
Buona lettura a tutti
In questi ultimi giorni nel web italiano si è diffusa, con una velocità eccezionale, la notizia degli “inconsueti” risultati riportati dal famoso motore di ricerca di Mountain View per miserabile fallimento e fallimento.
Cercando questi 2 termini in Google, infatti, venivano riproposti rispettivamente il sito della casa bianca e il curriculum di Silvio Berlusconi.
La notizia, facilmente spiegabile agli addetti ai lavori tramite il Google bombing(che consiste nel linkare da molti siti esterni un sito, con la parola per la quale vogliamo sia posizionato) ha suscitato molto scalpore e addirittura ha dato vita ad un’ indagine dell’authority italiana.
La cosa che più mi ha colpito di questo particolare episodio è stata la velocità con la quale Google ha modificato le sue serp eliminando questi 2 risultati “scomodi”.
Per una volta l’Italia è riuscita dove la casa bianca ha fallito, infatti il caso “miserabile fallimento” era conosciuto da molto tempo, e non erano mai stati presi particolari provvedimenti.
Insomma anche Google è stato “vittima” della par condicio italiana , a riprova di questa affermazione, nelle ultime settimane Google Italia non ha accettato, tra i risultati sponsorizzari, nessun sito politico italiano.
Tag: Google bombing, fallimento, miserabile fallimento
Da anni sia io che Paola, lei più di me , seguiamo le vicende e le notizie che trapelano dai vari SES in giro per il mondo(anche grazie agli ottimi resoconti di Marco), quindi non vi nascondo il nostro entusiasmo quando ci è stata proposta la possibilità di partecipare alla prima edizione italiana di questo importante settore, nella veste di relatori.
Paola interverrà nella sessione dedicata agli strumenti per il SEM(I “ferri del mestiere” del SEM), mentre io parteciperò, insieme a Giorgiotave, Marco Loguercio, Douwe Osinga e Alessandro Bonzi, al forum dedicato ai risultati organici.
Finalmente anche in Italia avremo un evento che legittima definitivamente l’importanza del nostro settore e fornisce un’opportunità di confronto tra tutti gli “addetti ai lavori”.
Per la lista completa dei relatori vi segnaliamo il calendario ufficiale.
Speriamo di essere in tanti
Ciao
Salvatore e Paola
Tag: sesit2006
Alcuni giorni fa ho avuto la necessità di ricercare i siti italiani più importanti che utilizzano gli adsense di Google.
Dopo un bel po’ di tempo speso in questa ricerca, sono riuscito ad individuare non più di una decina di siti “nazionali/istituzionali” che rispecchiano questa caratteristica, mentre, non c’è neanche bisogno di dirlo, mi sono imbattuto in molti spam engine e siti settoriali con contenuti ad hoc, costruiti per posizionare gli adsense e “stimolare” la presenza degli annunci più remunerativi.
Giustamente molti siti di e-commerce, siti aziendali e grandi portali(che generalmente utilizzano sistemi di affiliazioni propri) non hanno nessun interesse a utilizzare il circuito di content di Google, perché così facendo rischierebbero di disperdere, su siti esterni, i propri utenti(magari acquisiti pagando adwords o agenzie sem/seo), che se trasformati in clienti genererebbero sicuramente delle conversioni maggiori rispetto al guadagno di un click sugli adsense.
A questo punto lancio una provocazione: ma siamo proprio sicuri che Google voglia eliminare definitivamente gli spam engine o i siti con “contenuto forzato”?
Certo la pulizia delle serp e la qualità dei risultati presentati sono sempre stati i punti di forza del famoso MDR, quindi presentare delle pagine piene zeppe di “risultati farlocchi” danneggerebbe di molto l’immagine di Google, causandogli sicuramente un danno maggiore del guadagno generato dal circuito di content.
Però, il mercato insegna, la giusta soluzione spesso è data dalla ricerca di un punto di equilibrio tra guadagni/risorse/spese/immagine.
Siamo proprio sicuri che Google seguendo questa linea non abbia deciso di eliminare gli spam engine di bassa qualità e di conservare nei propri risultati siti di spam che hanno il pregio di non risultare molto fastidiosi agli occhi degli utenti?
Molte volte ci siamo chiesti come mai la lotta agli spammer proceda a rilento, ma ci siamo mai chiesti cosa ne sarebbe del circuito di content se a sopravvivere fossero solo i “siti seri”?
N.B. il mio post ha il solo scopo di fornire uno spunto di riflessione, non vuole assolutamente essere un attacco ai siti che utilizzano gli adsense