Finalmente un giornata di festa dopo tanto duro lavoro .
Mentre cammino per il centro di Milano mi viene in mente di cercare un po’ di riparo dal freddo(che tempaccio!!) in una libreria. Inevitabilmente ho iniziato a cercare tra i libri qualcosa che potesse interessarmi e, come mi succede spesso, mi sono ritrovato con svariati libri in mano.
Visto l’esborso economico che avrebbe comportato il comprarli tutti , ho letto e riletto la breve presentazione posta sul retro, nel tentativo di sceglierne uno.
Ed è in questo momento che mi è balenata in testa la similitudine tra le landing page e l’abstract del libro.
Entrambi devono:
- Presentare un prodotto nel modo più sintetico, completo e convincente possibile
- Indurre l’utente all’azione(in questo caso l’acquisto)
- Competere con altri prodotti simili cercando di evidenziare i propri punti di forza.
Inoltre entrambi possono sfruttare, anche se in maniera diversa, gli stessi canali di comunicazione: la grafica e il testo.
Dopo queste considerazioni ho deciso di non comprare nessuno dei libri che avevo scelto.
Per oggi niente tasso di conversione grazie!
Il mio precedente articolo(di cui non menziono il titolo per non aumentare il fenomeno, visto che ho già avuto un discreto aumento di utenti non in target ) mi ha evidenziato ancora di più che si è ben lontani da un web semantico. Il funzionamento dei MDR è ancora molto legato al “lessico”.
Gli altri argomenti trattati nel mio blog, non hanno evidenziato a Google e compagni, che il mio sito poco c’entra con la trasmissione televisiva (“occulto il nome”).
A questo punto mi chiedo se un link da un eventuale sito ufficiale della trasmissione stessa, al mio blog non venga percepito dai MDR come un link a tema
Dopo aver letto l’articolo di fradefra sul pay per click ho deciso di postare alcune mie riflessioni/regole sull’uso di questo strumento. Per una definizione più precisa del pay per click potete rifarvi al post sopra citato, io mi limiterò a dire che questo servizio permette, tramite un investimento monetario, di assicurare visibilità ad un sito all’interno dei collegamenti sponsorizzati, per determinate keywords. Il sistema più famoso di pay per click è l’Adwords di Google, a cui si aggiungono gli ambienti gestiti da Overtute e Miva.
Ciò che vale per il posizionamento naturale, è ancora più vero per il pay per click, ossia lo scopo non è solo quello di far aumentare le visite al sito, ma quello di veicolare traffico targettizzato facilmente convertibile in contatti, anche perché le visite, in questo caso, generano un costo.
Le regole principali che consiglio di tenere bene in considerazione nell’uso del pay per click sono:
- Scegliere delle keyword legate in modo specifico al proprio business. Non molto tempo fa leggevo sul forum di html di un investitore che pretendeva di apparire su tutte le ricerche che contenessero la parola Roma. Sinceramente non ho indagato sul tipo di business della persona in questione, ma investire su ricerche che possono spaziare da voli Roma ad idraulici Roma non mi sembra un giusto modo di veicolare traffico qualificato. Sicuramente le visite generate sarebbero state tante, ma altrettanto sicuramente il ROI(Ritorno degli Investimenti) sarebbe stato molto basso.
- Usare un copy accattivante ed esclusivo che ci permetta di mantenere un buon livello di click through, anche attraverso l’uso di una forte call to action
- Non usare una pagina generica del sito come pagina di atterraggio del click, ma costruire delle landing page specifiche coerenti con la call to action.
- Mantenere le promesse fatte nel copy(se il copy recita voli per Milano a 89 euro, una volta cliccato non ha senso presentare voli a partire da 200 euro)
Non mi resta che augurare un buon ROI a tutti
(Almeno secondo Google)
Questa mattina mi sono trovato di fronte ad uno dei più divertenti casi di indicizzazione non voluta, in cui mi sono imbattuto. Controllando le statistiche del mio blog, ho notato un notevole aumento di visite. Dopo la prima fase di esaltazione personale, sono andato a controllare le keyphrases di arrivo dai MDR, e qui il mio ego è stato subito distrutto . La maggior parte dell’aumento delle visite è dovuto a key del tipo:”blog di salvatore di uomini e donne”, “blog di salvatore Paola uomini e donne”, “sito salvatore uomini e donne”” ecc.
Insomma a quanto sembra un mio omonimo sta partecipando alla trasmissione della De Filippi, sta corteggiando una ragazza che si chiama come la mia collega(di cui ho pubblicato una email) ed io in un mio articolo ironizzavo su alcune differenze tra uomini e donne.
Questo episodio, oltre a divertirmi mi ha confermato sempre di più l’importanza dei contenuti testuali per l’indicizzazione.
P.S . spero che Maria De Filippi non me ne voglia, anche perché dopo questo articolo le mie posizioni nelle suddette serp subiranno un notevole miglioramento
In uno dei miei primi post ho sostenuto l’importanza di definire con esattezza il target al quale il nostro sito si rivolge. A questo fattore, molto importante, propongo di affiancare l’individuazione della “stagionalità delle ricerche.”. Mi spiego meglio: le query che gli utenti formulano ai MDR cambiano a seconda dei periodi dell’anno e della vicinanza ad una particolare ricorrenza. Facendo un esempio pratico ed ipotizzando di gestire un sito che ha come obbiettivo la vendita online di borse femminili, le key principali sulle quali puntare potrebbero essere affiancate di volta in volta, a seconda del periodo dell’anno, dalle seguenti key secondarie:
- Gennaio : saldi borse donna
- Febbraio : Regali per San Valentino
- Giugno : Borse Estive
- Luglio: Borse per il mare
- Agosto: Borse per il mare
- Settembre:saldi estivi borse donne
- Ottobre:nuovi arrivi autunnali borse
- Dicembre:Regali di natale borse
(tengo a precisare che il mio voleva essere solo un esempio è non un’indicazione precisa delle key da scegliere. )
Questa attività, oltre a migliorare l’indicizzazione e le performances del nostro progetto, ci spinge a creare sempre nuovi contenuti specifici e quindi a migliorare la qualità del nostro sito web. Quindi ancora una volta sostengo che per indicizzare bene un sito servono tanti contenuti testuali, analisi dei bisogni degli utenti ed un pizzico di fantasia
Questo tag, un tempo tenuto molto in considerazione dagli spider, ad oggi ha perso molta della sua importanza ai fini del posizionamento. Non sono rari i webmaster che decidono di farne addirittura a meno nei loro siti.
Per quanto mi riguarda, sarò un nostalgico, ma una delle piccole fissazioni che ho conservato nel costruire una pagina web è, invece, proprio rappresentata da questo meta tag. E’ vero il suo valore non è in grado di influire in maniera significativa sulla posizione di un sito nelle serp, però se siamo bravi e fortunati, grazie alla description possiamo riuscire a decidere con precisione il messaggio visualizzato nelle serp in relazione alle nostre pagine. Avere un buon copy nei risultati dei MDR può, ed anzi rappresenta, un notevole punto di forza rispetto ai nostri competitor posizionati nelle immediate vicinanze del nostro sito.
Nello scrivere una description seguo alcune regole, che come al solito non hanno la pretesa di essere una verità oggettiva, ma nascono da deduzioni che ho avuto modo di fare nel corso della mia attività.
- La lunghezza del testo varia da un minimo di 200 ad un massimo di 250 caratteri
- Le prime posizioni della frase contengono la key principale della pagina, riportata anche nel tag title
- Il copy ha,di norma, una forma confidenziale per tentare di suscitare emozioni e curiosità nell’utente.
- Se possibile tento di ripetere la key principale, magari con una piccola variazione, anche alla fine del copy della description
Come ultimo passo, prego che i MDR ascoltino le mie preghiere e visualizzino la mia description nelle loro serp
Colgo l’invito, anche se in spaventoso ritardo, che mi è stato fatto dal mio amico Stefano Gorgoni, per pubblicizzare un bella e simpatica iniziativa promossa dall’AICEL(Amici italiani del Commercio Elettronico) volta a promuovere lo sviluppo del commercio elettronico in Italia.
L’associazione pone l’accento, in particolare, su “sette buoni motivi” che rappresentano la forza del commercio online:
- Comodità
- Convenienza
- Scelta
- Originalità
- Tempo
- Tutela
- Privacy
Per una spiegazione dettagliata delle sette caratteristiche appena citate riporto al sito ufficiale.
Non posso che fare i miei migliori auguri a questa iniziativa e sperare che serva a minare e distruggere i falsi pregiudizi che ancora, purtroppo, in Italia ruotano intorno al Commercio Elettronico.
Cercherò di rispondere in modo breve ma chiaro alla domanda che mi è stata posta nell’ultimo intervento.
…si deduce quindi che non esistono delle linee guida che si possano definire tali? Proprio in virtù del fatto che gli algoritmi sono sempre più sofisticati? Oppure secondo te, vi sono in ogni caso delle regole da non dimenticare durante la costruzione di un sito web…
Certamente ci sono dei principi generali da seguire, che nulla hanno a che spartire con i trucchi e le scorciatoie. Le attività di ottimizzazione, infatti, sono rivolte all’indicizzazione nel lungo periodo, mentre i “trucchetti” , utili a scalare subito le serp, non sono mai sicuri e spesso portano a forti penalizzazioni o bann. Naturalmente di seguito esporrò le mie linee guida, le quali non hanno alcuna pretesa di rappresentare una verità assoluta.
Quando ho la fortuna di partecipare alle fasi di progettazione di un sito sto bene attento a:
- Definire una buona gerarchia dei file, in modo che ogni pagina del sito sia raggiungibile facilmente in un massimo di 2 click. Per intenderci una struttura di questo tipo:
Index > Aree principali > Sottoaree. E’ preferibile che alle directory ed ai file che comporranno il nostro progetto venga assegnato un nome inerente all’argomento trattato.
- Organizzare graficamente e strutturalmente il sito in modo da posizionare il prima possibile le informazioni più interessanti che voglio far leggere allo spider e agli utenti.
La struttura che preferisco è Header(logo e breve frase di presentazione), Content(contenuto testuale della pagina, preferibilmente con un titolo in “h1”) e barra di navigazione sulla destra. In questo modo lo spider rileverà prima i contenuti del sito e poi i link verso le altre pagine
- Costruire pagine monotematiche in modo da rendere più facile la contestualizzazione della stessa da parte dello spider
- Definire il title della pagina in relazione alla key principale della stessa.
- Interlinkare tra di loro le pagine che trattano di argomenti affini, anche se appartenenti ad aree diverse del sito.
- Utilizzare i tag html(senza esagerare ) “strong”., ”h2”,”h3” ed “em” per enfatizzare e dare più importanza alle key che mi interessano
- Scegliere con molta attenzione il testo dei link e tematizzarlo con il contenuto della pagina di atterraggio
- In caso di pagine dinamiche tentare di ridurre al massimo i parametri nell’url. Personalmente preferisco utilizzare al massimo un parametro. E comunque differenziare il tag title e description in base alle informazioni visualizzate
- Creare una sitemap del sito e linkarla dalla home
Naturalmente questa non vuole essere una guida esaustiva, ma solo un elenco dei punti che considero fondamentali nell’implementazione di un sito. Ad essi vanno poi affiancati anche attività esterne come lo sviluppo di una buona link popularity ecc. Buon lavoro
Oggi vorrei rispondere ad una domanda che, purtroppo, ho visto ripetersi spesso nei forum del settore: “come mai il mio sito non compare in google?”.
Personalmente molte volte ho avuto voglia di ribaltare la domanda e chiedere: “e perché mai dovrebbe comparire?”.
Il mio non è un atto di accusa, ma non capisco come mai, in questo campo, vedo trattare l’argomento ottimizzazione con molta superficialità.
Non si può prima costruire un sito, non tenendo assolutamente in conto la logica dei MDR e degli utenti e poi pensare di scalare le serp inserendo i meta tag .
Non capisco come mai uno dei maggior fattori del marketing tradizionale non assuma lo stesso valore sul web. Mai al mondo un imprenditore costruirebbe un negozio di abbigliamento nel deserto del Sahara, perché, come si può ben immaginare, tale attività non sarebbe facilmente raggiungibile.
Nel lanciare una attività commerciale, si sceglie con accuratezza il luogo dove aprirla , in modo da raggiungere più persone. Traslando questa ottica nel web, non possiamo prima costruire un sito e poi chiederci come renderlo visibile dai motori di ricerca. L’ottimizzazione web dovrebbe essere parte integrante del progetto di sviluppo ed implementazione dell’attività sul web che rappresenterà la nostra azienda.
Le attività volte a migliorare la visibilità di un sito non possono racchiudersi in pochi giorni e in altrettante poche azioni, anche perché gli algoritmi dei motori di ricerca sono molto sofisticati ed in continua evoluzione.
Non voglio scoraggiare nessuno dall’intraprendere l’attività di SEO, voglio solo dire che, come tutte le attività professionali, questa non si può improvvisare in pochi giorni di studio, anche perché la concorrenza è in continuo aumento e fino ad ora ho visto davvero pochi siti senza meta tag , quindi se vogliamo davvero aver successo, dobbiamo impegnarci per creare un valore aggiunto al nostro sito.
Faccio seguito al mio ultimo intervento, incentrato sull’importanza di tracciare le azioni e le preferenze degli utenti, linkando uno studio sul tracciamento delle traiettorie che i nostri occhi seguono nel guardare una pagina web: Eyetracking Media España.. Il documento è in lingua spagnola ma, per fortuna, i grafici contenuti sono comprensibili anche da chi, come me, parla a stento l’italiano.
E’ curioso notare come, anche in questo ambito, gli uomini e le donne siano diversi, ma stranamente sembra che in questa particolare area gli uomini procedano a zig zag, mentre lo sguardo delle donne segue una traiettoria lineare