Come da tradizione, con l’arrivo del nuovo anno, è giunto il momento di stilare la lista delle cose da dimenticare e dei progetti che mi piacerebbe si realizzassero.
Tra le cose che mi auguro di non vedere nel 2006, lavorativamente parlando, le principali riguardano alcune tipologie di discussioni tenute nei forum del settore.
In particolare:
- Post sul presunto comportamento ingiusto degli editori ODP e più in generale sull’utilità di DMOZ(non voglio qui discutere sulla possibilità che qualche editore, tra i tanti, possa favorire o meno un suo progetto, quanto sulla discutibile tendenza a lamentarsi e pretendere determinati comportamenti e tempi celeri, da un servizio che, tuttora, viene offerto gratuitamente a tutti noi).
- Interventi del tipo “penalizzato ingiustamente da google”: la maggior parte delle penalizzazioni e bann effettuati da google sono figli del funzionamento del suo algoritmo e pertanto non hanno assolutamente carattere random né tanto meno sono di parte. Quindi, se davvero si è stati penalizzati ingiustamente, cosa estremamente rara, invece di lamentarsi andiamo ad analizzare con attenzione le caratteristiche del nostro sito ed individuiamo quali peculiarità possono esserne la causa. Quando mi piacerebbe non vedere più discussioni del tipo:”sono stato penalizzato perché ho aggiunto un <h1> ed un <b>”
Tra le cose che, invece, spero si sviluppino nel 2006:
- Un atteggiamento più propositivo verso le “tecniche” che puntano ad un posizionamento nel lungo periodo, e non scorciatoie che tutti noi conosciamo e che lasciano il tempo che trovano. (Devo dire che in questo, più che in altri settori, ho trovato una tendenza ad improvvisare che ancora non sono riuscito a spiegarmi).
- Una massiccia crescita di Msn e Yahoo nei confronti di Google. Sono convinto che una concorrenza vera tra questi colossi, possa portare dei benefici a tutti e servirebbe a riportare Google con “i piedi per terra”.
P.S : auspico anche una crescita incredibile dei miei progetti e del mio stipendio, ma questo è un altro discorso
Ormai ci siamo, domani è il mio ultimo giorno di lavoro prima delle festività natalizie.
Nei giorni che verranno il mio principale obbiettivo sarà quello di tentare di posizionarmi nel miglior modo possibile a tavola, in modo da riuscire a mangiare le porzioni più grandi!
Prima di congedarmi per questi, ahimè, pochi giorni, ringrazio tutti voi che mi avete seguito in questa mia nuova avventura in rete e vi auguro un
Buon Natale e felice anno nuovo!
(P.S. mi raccomando se esagerate con l’alcol non mettetevi alla guida finchè non sarete riusciti a decifrare l’algoritmo di Google!)
Questa sera mi sono trovato di fronte ad uno dei problemi più ricorrenti della mia vita: spiegare come mi pago da vivere.
E’ incredibile come una delle domande più semplici e banali che due persone possono rivolgersi in una normale conversazione, si trasformi in un ostacolo insormontabile! Vi dirò che, ormai, tentare di cogliere l’espressione di imbarazzo e di curiosità che si dipinge sul volto del mio interlocutore quando alla domanda che lavoro fai rispondo il SEO, è diventato uno dei miei hobby preferiti . Ma il bello deve ancora venire: dopo aver superato questo primo attimo di incertezza, devo pur tentare di fornire al mio nuovo amico una risposta soddisfacente. Ho smesso di dire mi occupo di una branca del web marketing, perché troppo spesso mi hanno scambiato per un call center. Ed allora inizio con frasi del tipo:”hai presente i motori di ricerca? Google? Bene io tento di posizionare i siti dei miei clienti nei primi posti dei risultati per le parole che interessano il suo business”. Che dite ora il mio interlocutore avrà capito meglio il mio lavoro?!?
Ok ci rinuncio: mi occupo di siti internet .
A questo punto un domanda mi assilla: ma non staremo sbagliando tutto? È possibile che un ingegnere aerospaziale non debba spiegarmi la sua professione, ed io invece si? Forse il primo passo da fare, se vogliamo incrementare il mercato del Search Engine, è far sapere della sua esistenza. Ma perché tutti sanno dell’esistenza del marketing, del packaging della pubblicità su stampa, dell’esistenza di internet e persino dei banner pubblicitari, ma pochissimi conoscono l’esistenza e le possibilità offerte dal SEM?
Eppure, per sua natura, per i suoi costi, per la possibilità di pagare per contatti ottenuti realmente e per le nuove possibilità di localizzare geograficamente la comunicazione, l’attività di promozione on line potrebbe rivelarsi utile non solo per le grandi e medie aziende ma anche, e forse soprattutto, per le piccole attività.
Allora che dire: Comunicate gente! Andate e diffondete la sapienza
Doveva succedere ed è successo! Lo spam ha contagiato anche la comunicazione politica italiana.
In verità, dopo vari anni di lavoro, pensavo di averle viste tutte in fatto di spam, invece ancora una volta le “menti geniali” del marketing sono riuscite a sorprendermi! Dopo due giorni dall’ufficializzazione della candidatura di Letizia Moratti a sindaco di Milano, apprendo che l’agenzia di comunicazione che cura la sua candidatura , stradario di Milano alla mano, ha acquistato oltre 4000 domini relativi ai nomi delle strade del capoluogo Lombardo. Il nuovo “Network Moratti” comprende, così, domini che vanno da Piazza Lima a Piazzale Loreto . I domini in questione riportano tutti un blog, all’apparenza tematizzato, sulla via contenuta nel nome del sito.
Che dire lo spam non smette mai di stupire, dalle serp dei MDR ora è entrato anche in politica! Chissà se basterà un buon algoritmo per eliminarlo
Le attività di posizionamento di un sito web devono essere viste solo come una parte della strategie globale di web marketing. Dopo avere veicolato del traffico sul nostro progetto, infatti, dobbiamo far percepire ai nostri utenti la qualità ed il valore aggiunto dei servizi offerti, in modo da spingerlo a ritornare e, nel migliore dei casi, a consigliare il nostro sito ai propri amici.
Ho cercato di stilare una lista dei punti che ritengo fondamentali per una attività di fidelizzazione:
- Utilizzare una grafica ed un linguaggio in linea con i gusti del target al quale ci si rivolge.
- Fare sentire l’utente seguito e coccolato durante la navigazione.
- Creare molti momenti e possibilità di feedback. Non limitiamo l’area contatti alla sola possibilità di inviare una email, ma creiamo delle sezioni come Faq,problemi ricorrenti, possibilità di iscrizione alla newsletter e implementiamo una form di contatti con campi predefiniti(non tutti lavorano dalla propria postazione e non tutti hanno configurato l’outlook ).
- Utilizzare la stessa linea grafica nelle diverse aree del sito, in modo da creare una continuità di navigazione per l’utente.
- Riportare in ogni pagina, in modo chiaro ed evidente, i link alla home ed alle aree principali, evitando così di provocare del senso di frustrazione nell’utente che non riesce a muoversi con libertà all’interno del nostro sito. Dove possibile prevedere anche un link che permette di ritornare alla pagina precedente.(lo so, c’è il tasto indietro del browser, ma recenti statistiche dimostrano che è ancora poco usato )
- Ospitare, ove presenti, delle campagne banner o altre attività di pubblicità, in linea con i contenuti trattati.
- Evidenziare in modo chiaro i punti di forza del nostro servizio rispetto ai competitor.
- Esaltare le caratteristiche di novità ed esclusività del servizio offerto.
- Non riempire le newsletter di pubblicità, ma comunicare davvero i nostri servizi e le eventuali offerte del momento.
P.S sul tema delle newsletter mi aspetterei un buon intervento dall’amico Alessandro, sicuramente molto più preparato di me sull’argomento
Una delle attività che più mi piace e incuriosisce del mio lavoro è l’analisi delle query che gli utenti effettuano nei MDR. Durante questa fase si possono dedurre interessanti osservazioni sui vari settori in cui si opera e sul linguaggio del target di riferimento.
In un mio scorso articolo, avevo parlato di una evoluzione nel modo di effettuare le ricerche, arrivando ad ipotizzare la fine delle Keyword secche.
Non nego, che a volte, mi sono trovato di fronte a delle keyword molto “originali” a cui mai avrei pensato nella fase di scelta delle parole chiave su cui puntare il posizionamento del sito.
A questo proposito, ieri penso di essermi imbattuto nella più divertente e singolare query che io abbia mai incontrato: “la Luciana deve andare a Berlino, quanto costa?”.
Innanzi tutto complimenti alla signora in questione per la fantasia , anche se devo dire che la capacità di sintesi non deve essere una delle sue qualità migliori . Spero per lei che sia riuscita a trovare quello che cercava!(i risultati dei collegamenti sponsorizzati erano sicuramente più attinenti rispetto a quelli del natural search). Questo divertente episodio, però, mi ha fatto riflettere ancora di più sull’importanza della fase di scelta delle parole chiave su cui impostare l’indicizzazione di un progetto web. Come già ho accennato in un precedente post, il posizionamento di un sito non dovrebbe mai poggiare solo su poche key principali, ma ad esse dovrebbero essere affiancate una serie di keyword secondarie, che si ottengono, per dirla alla maniera di un mio ex professore universitario, stressando il concetto che vogliamo esprimere e, naturalmente, da un’analisi dello slang del nostro target a cui intendiamo proporci.
Per onestà, però, devo ammettere che anche con una lunga ed attenta fase di analisi delle key, mai sarei arrivato alla query della signora Luciana .
Molte sono le opinioni, spesso discordanti tra loro, riguardanti la Sandbox.
Riassumendo in breve quest’ultima dovrebbe essere un filtro, oppure un effetto derivante da vari filtri, che penalizza un nuovo sito nelle serp di Google per un periodo più o meno lungo a seconda della competitività dell’area in cui questo opera.
Lo stesso Mutt Cutts, in una recente intervista, alla domanda sulla effettiva esistenza di detto fenomeno risponde: “there wasn’t a sandbox, but the algorithm might affect some sites, under some circumstances, in a way that a webmaster would perceive as being sandboxed. So, for some sites, in effect there IS a sandbox”.
Non pretendo certo io di fare chiarezza sulla Sandbox, ma sicuramente negli ultimi tempi posizionare un nuovo sito su Google è diventato molto più difficile. Naturalmente si sprecano, anche, numerose opinioni su come evitare questa penalizzazione. In molti suggeriscono, tra questi anche io , che dei frequenti aggiornamenti, dei contenuti originali ed una buona campagna di link popularity aiutino i nuovi siti a scalare con più facilità le serp di Google.
Questa sera, però, spulciando tra i blog che seguo quotidianamente, ho trovato una nuova tesi sul come sconfiggere la sandbox, che mi ha molto incuriosito.
Sarei curioso di sapere le vostre opinioni a riguardo.
E’ da un po’ di giorni che mi ritorna in mente un’ affermazione fatta da Matt Cutts, di cui riporto un breve riassunto(purtroppo non riesco a ritrovare il link al post) :”la differenza tra Google, Yahoo e Msn è che noi cerchiamo di trattenere l’utente il meno possibile dandogli subito le informazioni di cui ha bisogno, mentre i nostri competitor tentano di farlo navigare all’interno dei propri portali” . Certo questa affermazione, per dirla tutta, era più vera per il passato che per il presente, dove percepisco una tendenza inversa: Msn sta puntando di più sulla ricerca, mentre Google , il cui core business resta sempre il search, si sta muovendo su mille altri progetti.
Cutts, però, mi ha dato modo di riflettere su come l’azione di Google sia stata il frutto di una attenta analisi di marketing.
Sergey Brin e Larry Page hanno saputo capire, per primi, le possibilità di sviluppo del mercato del Search Engine e sfruttarlo appieno, giocando un ruolo fondamentale nella creazione di quello che oggi è uno dei settori più promettenti della New Economy.
Google si è imposto facilmente perché ha saputo interpretare e soddisfare i bisogni dell’utenza a cui si rivolge. Questo non solo grazie alla qualità dei risultati presentati ma anche per merito di molti altri fattori, tra i quali:
- la sua home page user friendly, veloce da caricare(che al tempo della connessione a 56k non era certamente un dettaglio irrilevante)
- La sua Grafica essenziale ma curata
- Assenza di banner e di qualsiasi altro messaggio pubblicitario, al di fuori dei link sponsorizzati.
- La percezione che ha dato all’esterno di specialista della ricerca sul web.
Riassumendo direi che il primo successo di Google è stato quello di sapersi posizionare ottimamente nella mente degli utenti web
Prendo spunto da una mail che mi è arrivata questa sera per scrivere delle care vecchie door page! Nella mail, mi si chiedeva come mai nelle serp di google fossero presenti, tra i primi risultati, ancora delle pagine con redirezione.
All’amico che mi ha scritto ho risposto che fortunatamente questa tecnica è stata fortemente penalizzata dall’ultimo update di Google (jagger). Però, da quello che ho potuto osservare, questo è vero solo per le aree molto competitive e/o per key che restituiscono molti risultati, mentre per settori di nicchia o comunque settori non competitivi nelle serp di Google possiamo ancora trovare molti siti che utilizzano dorway o div nascosti(altro fattore molto penalizzato da jagger).
Da questo si deduce che Google utilizza due pesi e due misure: per le aree molto competitive, quindi con abbondanza di risultati, gli algoritmi del MDR si sono fatti molto più rigidi, cosa che invece non è avvenuta per settori poco affollati dove Google ha fame di risulati.
Con questo articolo non voglio incoraggiare l’uso di tali tecniche quando si opera in aree non competitive, voglio solo chiarire che in qualunque momento Google può decidere di applicare anche a questi campi(ed ha dimostrato di poterlo fare) i suddetti algoritmi e penalizzare fortemente i nostri siti.
Una indicizzazione di qualità, non basata su tecniche scorrette, è di sicuro più lenta, ma e altrettanto sicuramente più efficace e sicura nel lungo periodo.
Oggi ho deciso di dire la mia su un altro tema frequente nei forum del settore:come indicizzare i siti in flash. Vorrei prima di tutto mettere in chiaro una cosa che poco c’entra con l’indicizzazione, ma che ha un gran peso sulla navigabilità e l’usabilità di un sito: è vero che questo programma ci permette di fare delle splendide animazioni, ma non lasciamoci prendere la mano e ricordiamo che l’utente internet non sempre è disposto, anzi quasi mai, ad aspettare la fine delle nostre belle presentazioni per accedere alle informazioni che cerca.
Detto questo passo all’elenco delle mie poche regole, che, come sempre, non hanno la pretesa di essere verità assoluta, ma mie personali considerazioni:
- Evitare di costruire il sito in un unico swf, ma creare un filmato per ogni area del sito.
- Prevedere anche un menù html che linka le varie pagine del sito.
- Creare una sitemap linkata dalla home
- Dar vita ad una versione html del sito, in modo da permettere allo spider di trovare più facilmente le informazioni che cerca e agli utenti di scegliere il tipo di navigazione che preferiscono.
- Usare il tag <noframe> per fornire altri contenuti agli spider. (Attenzione però a non esagerare nell’utilizzo di questo elemento!)
Detto questo vorrei soffermarmi più a lungo sul primo punto che ho citato, in quanto lo ritengo molto importante.
Non sviluppare tutto il sito in un unico swf, ci permette di avere più pagine html, di conseguenza possiamo:
- Lavorare meglio sui tag title e description
- Lavorare sul nome delle pagine e tematizzarlo alle key principali per le quali vogliamo indicizzarle.
- Fornire più pagine al motore di ricerca.
- Indicizzare delle pagine per key specifiche(l’utente che arriva dai MDR non dovrà subirsi tutta la presentazione del sito, ma arriverà direttamente alla pagina che contiene informazioni da lui cercate.)
- In caso di keyword advertising possiamo decidere più facilmente la pagina che desideriamo come landing page. Molte volte, infatti, una volta cliccato su un link sponsorizzato, l’utente chiude la pagina web, perché si ritrova d’avanti una lunga animazione e non una pagina che contenga una call to action precisa.
Non mi resta che augurarvi buon lavoro