Durante uno spostamento a Torino in macchina, le mie compagne di viaggio (Gioia e Carol) mi hanno suggerito un business che non avevo assolutamente contemplato: la pianificazione sul “canale parrucchiere”.
I punti che più mi hanno colpito delle osservazioni, squisitamente femminili, fatte sull’argomento sono stati:
- Una donna per farsi mettere le mani nei capelli, deve assolutamente fidarsi della sua parrucchiera.
- Dati i tempi medi richiesti da un taglio femminile, si è molto propensi, a differenza di altri momenti (come dall’estetista) a parlare del più e del meno.
Il pensiero che le parrucchiere (per carità con tutto il rispetto per la professione) potessero essere viste come Opinion Leader, non mi aveva mai sfiorato la mente, quindi capirete il mio stupore quando una delle persone che viaggiava con me ha detto che nel suo paese (medio piccolo) la meta di viaggio più gettonata viene stabilita dalla parrucchiera, testuali parole: “l’anno scorso la parrucchiera è andata in Turchia, quest’anno metà delle amiche di mia madre, è andata in Turchia”.
Date le premesse, vi consiglierei di rivolgervi alla mia amica Raffaella, per pianificare delle azioni con l’Oreal su tutte le parrucchiere d’Italia
Amazon.com, noto pioniere di iniziative di marketing, è stata una delle prime aziende a utilizzare il meccanismo dei tag come classificazione personalizzata dei prodotti. In pratica gli utenti possono attribuire un tag, cioè un’etichetta costituita da una parola chiave, ad ogni prodotto, indipendentemente dal fatto che si sia effettuato un acquisto. Un tag rappresenta quindi un modo estremamente personale di classificare articoli di proprio interesse, decidendo poi se si desidera condividere la propria etichetta/classificazione con gli altri utenti.
Il meccanismo mi sembra molto utile non solo per gli utenti, in grado di creare dei veri e propri scaffali virtuali con articoli di proprio interesse ma anche per tutti coloro che possono ricercare prodotti attraverso i tag altrui e trovare modalità interessanti, originali e magari affini per scoprire articoli.
Passando ora al versante marketing, ho riflettuto sulle opportunità che un’azienda può trarre da questo meccanismo. Si pensi ad esempio, a un’azienda che vende online articoli da regalo come RedEnvelope , un sito americano che ho sempre trovato interessante non solo per le idee proposte ma anche per l’attenzione rivolta ai propri utenti che possono condividere il loro calendario di ricorrenze importanti, anniversari, compleanni, ecc. e ricevere un piccolo reminder con tante idee regalo per l’occasione. Oltre ad evitare numerosi litigi familiari, uno dei punti forti di RedEnvelope è stata la sua capacità di classificare in vari modi le idee regalo in modo da facilitarne la ricerca: per ricorrenza, per destinatario, per categoria merceologica, per interessi ecc.
Ecco un caso lampante di come l’attribuzione di un’etichetta potrebbe facilitare la classificazione degli articoli fornendo agli utenti la possibilità di ordinare in modo personalizzato le possibili idee per un regalo, ad esempio con il nome di un familiare o un’occasione speciale.
Che dire a questo punto dei famosi reminder? Si potrebbe pensare ad esempio ad una mail personalizzata per l’anniversario che presenta prodotti che l’utente ha già classificato con un tag riconducibile a quella ricorrenza.
Un approccio esclusivo e su misura per l’utente, che ne pensate?